lunedì 27 giugno 2016

Insalata di Pollo e Verdure con Vinaigrette al Dragoncello





Ciao a tutti!!
Rieccomi qui, a Genova, con ancora il profumo di lavanda nel naso e ben sigillato in bagno sotto forma di essenza che ci ha regalato la signora del nostro B&B!!
Che dirvi, uno spettacolo davvero incredibile, campi viola e blu a perdita d' occhio, profumi che rimangono sui vestiti e che cambiano note dall' alba al tramonto, una marea di api laboriose che ci hanno tenuto compagnia nelle nostre sessioni fotografiche, una convivenza pacifica, ma ammetto che il primo passaggio in un campo mi ha terrorizzato!!
Invece sono rimasta un po' delusa dal resto, non ho visto nulla di particolarmente entusiasmante, i paesini sono molto belli visti da lontano, tuti arroccati ma sono molto anonimi e non troppo curati all' interno, cioè sono belli ma meno di quelli toscani o della Costa Azzurra, i più belli poi sono talmente turistici da farti venire voglia di scappare a gambe levate, ma alla fine io ci sono andata per la lavanda, del resto me ne sono abbastanza fregata e su quello diciamo che non sono rimasta affatto delusa, anzi, direi assolutamente estasiata!! Se siete interessati ad andare, fino almeno a metà Luglio i campi sono al massimo del loro splendore e Valensole è il paese circondato dai campi più belli e vasti, da non perdervi per nulla al mondo se andate in Provenza!
Abbiamo fatto anche un bel giro nelle spettacolari gole del Verdon, il Grand Canyon europeo, gole a strapiombo alte 700 metri dove in fondo scorre il fiume Verdon, dal colore smeraldo, pensate che ci sono pareti piene di rinvii per le arrampicate, abbiamo visto l' arrivo di una ragazza, pazzesco, mi tremavano le ginocchia per lei, era a picco a 700 metri di altezza su una parete in un punto con uno sbalzo, ero tentata di farle un applauso quando finalmente è riuscita ad approdare sulla cima ma mi sono vergognata!!
Poi abbiamo visto un paio di paesi nel Luberon tra cui uno circondato dalle terre d' ocra, uno dei 3 o 4 posti al mondo dove si può camminare tra quella terra coloratissima!!
E poi tutto il resto è stato lavanda e risate come se non ci fosse un domani!!






Per le foto vi anticipo che ci vorrà un po', abbiate pazienza, sono tante e complicate, per ora le ho scaricate e catalogate, ho visto cosa ne ho cavato ma inizierò stasera la sistemazione a raffica, per oggi vi lascio solo quello che ci ha accolto appena arrivati a Valensole, l' ora non era la migliore ma mi piaceva comunque lasciarvi l' immagine del nostro benvenuto tra i campi, e una favolosa ricetta estiva e fresca!!
Nello scorso post, quello del pesto, vi avevo lasciato il menù della cena pre-vacanziera che abbiamo fatto con i nostri amici, il piatto principale era proprio questa insalata, piaciuta tantissimo a tutti!!
L' ispirazione l' ho presa dal libro di Gordon Ramsey "Cucinare per gli amici" , lui proponeva un' insalata di patate, fave e piselli condita con la vinaigrette al dragoncello, io l' ho trasformata in un' insalata di pollo e verdure lasciando perdere le fave che qui non si trovano più e lasciando invariata la salsa, che a mio avviso si sposava benissimo anche con la mia versione!!






Ma ecco cosa vi serve per questa buonissima insalata, calcolate queste dosi come piatto unico per 6 persone!!!


500-600 g di petto di pollo biologico
4 patate medie
300 g di fagiolini
180 g di piselli
6 ravanelli
1/2 cipolla di Tropea o 3 cipollotti
erba cipollina
maggiorana
olio e.v.o., sale

Cuocete al vapore le patate spellate e i fagiolini, tagliate le patate a pezzi non troppo piccoli, tanto girando poi l' insalata tenderanno a rompersi ulteriormente, e tagliate a metà i fagiolini, mettete il tutto in una ciotola molto capiente, dovrà starci tutta l' insalata.
Lessate i piselli in acqua leggermente salata finché non saranno cotti, scolateli e una volta tiepidi uniteli alle patate e ai fagiolini.
Tagliate il pollo a cubetti di circa 1,5 - 2 cm di lato, infarinateli e rosolateli in una padella dove avrete fatto scaldare 3-4 cucchiai di olio evo, salateli ed aromatizzateli con le foglie di un paio di rametti di maggiorana tritate, salateli e quando sono ben dorati spegnete il fuoco, lasciate intiepidire il pollo prima di unirlo al resto degli ingredienti.
Per una versione ancora più light, potete cuocere la carne a fette sulla piastra e poi tagliarla a striscioline o lessarla, se il pollo è di qualità sarà comunque ottima!!
Una volta assemblata l' insalata, conditela con un pochino di olio e sale, aggiungete 6 fili di erba cipollina sminuzzata e amalgamate bene.
Aggiungete la cipolla di tropea o i cipollotti tagliati finissimi e i ravanelli tagliati con la mandolina o comunque finissimi anch' essi.
Irrorate l' insalata con la vinaigrette direttamente nel piatto.

I tacos che vedete in foto sono quelli avanzati dall' antipasto, infatti li avevo fatti per le salse ma dato che era avanzata anche un pochino di insalata ho pensato bene che fossero una bella accoppiata per il mio pranzo!! Vi dico come li ho fatti, sono semplicissimi!

180 g di esuberi di pm
140 g di farina
60 g di acqua
25 g di olio evo
2 pizzichi di sale

Impastate il tutto fino ad ottenere un ' impasto liscio, non preoccupatevi troppo di incordarlo, basta che sia impastato per un po', lasciatelo riposare coperto per un' oretta e poi ricavate 6 palline di ugual peso che con il mattarello stenderete belle sottili dando la forma di cerchio. Cuocete in una padella ben calda i vostri tacos per qualche minuto girandoli da entrambi i latie, se li preparate in anticipo, scaldateli prima di servirli!






Per la vinaigrette al dragoncello

8 cucchiai di olio evo
3 cucchiaini da the di senape
3 cucchiaini da the di senape all' antica
2 cucchiai di aceto di mele
2 pizzichi di dragoncello
1 cucchiaino da caffè di miele

Preparate la vinaigrette mettendo tutti gli ingredienti in un barattolo con il tappo, serratelo bene e agitate finché non si sarà tutto emulsionato.






Un piatto freschissimo, leggero, nutriente e davvero gustoso, una versione dell' insalata di pollo che ha lasciato tutti davvero soddisfatti e sono scappati anche dei bis, quindi direi assolutamente approvata!!
E' perfetta anche il giorno dopo, per un pranzo in ufficio dal profumo intenso o per una scampagnata al fresco in un bel boschetto ombroso, insomma, si presta molto bene a qualunque uso ne vogliate fare!!







Regalo questa ricetta al contest itinerante the mystery basket ideato da La mia famiglia ai fornelli e ospitato questo mese da Un' arbanella di basilico














A prestooooo!!


Silvia


domenica 19 giugno 2016

Pesto Genovese





Ciao a tutti!! Siamo quasi pronti per la partenza, i giri da fare li abbiamo stabiliti, l' attrezzatura fotografica è pronta, la valigia pure, resta solo da mettersi in marcia!!
Le previsioni per fortuna dovrebbero essere buone, lo spero tanto perché oggi qui, giusto per non farcelo mancare, c'è stato un bel temporale, anche se stamattina c'era il sole e stasera pure, sembra di essere ai tropici da quanto cambia velocemente il meteo!!
Ieri sera abbiamo fatto una cena per salutarci dato che 4 di noi se ne vanno in Provenza e Mercoledì mia sorella e mio cognato partono per l' Oregon, quella vacanza che dovevamo fare con loro e la pregustavamo da un anno ma poi non mi hanno dato così tante ferie in questo periodo, vabbè, dai, so che non ci si può fare nulla ma rosicherò per tutta la vita!!
Tornando alla cena ho preparato la focaccia alle erbe con le erbette che sto cercando di mantenere vive sul balcone, la panissa fritta, verdure grigliate con tanti profumi, il guacamole e una salsa speziata a base di melanzane e simil tacos fatti con gli esuberi del lievito madre per accompagnarle, avevamo un po' di formaggi freschi, spiedini di mozzarella e pomodorini, un salame nostrano e poi ho fatto un piatto unico, un' insalata di pollo deliziosa che vi proporrò quando torno dal viaggio, dopo ci siamo gustati una fresca macedonia di albicocche e ciliegie e mia sorella ha preparato una buonissima torta al limone, il tutto accompagnato da ottime birre artigianali che hanno portato i nostri compagni di viaggio!!
Una bellissima cena che replicheremo appena saremo di nuovo tutti a Genova!!
E per non lasciarvi proprio senza nulla per tutta la settimana, vi lascio una ricetta, anzi, una signora ricetta che mancava nelle pagine di questo blog, che vergogna!!
Il pesto alla genovese!!
Insomma, nella mia cucina il pesto è di casa, da buoni genovesi lo amiamo e amiamo prepararlo, sentire il sapore che si sprigiona in cucina mentre si pulisce il basilico è davvero godurioso e rimane nell' aria per un bel po'!!
Ma non mi era ancora capitato di fotografarlo a modo e ne ho approfittato l' ultima volta che l' ho fatto, ne ho fatto un bel po', una bella scorta che ho congelato per la maggior parte, fa sempre comodo averne di pronto all' uso!! A volte ci capita di comperarlo ma solo di due marche rigorosamente locali ma non so se si trovino fuori dalla Liguria, sono le uniche che lo producono buono quindi se le trovate, comperatele senza remore, una è la Novella, un pastificio di Sori che fa pasta fresca e salse e il loro pesto è molto buono e l' altra si chiama Il Pesto di Prà, anche quello è molto buono anche se Novella è il top, tutti gli altri pesti che si trovano in commercio sono agghiaccianti, lasciate stare, mangiatevi una pasta al sugo che è meglio!!
L' unica soluzione è farselo in casa, comperare il basilico, i pinoli buoni, i formaggi giusti e via, solo così avrete un pesto alla genovese degno di questo nome!!
Ma adesso passiamo alla ricetta e soprattutto passiamo al metodo di preparazione!!






Con le dosi che vi darò otterrete circa 300 g di pesto ancora da diluire, quindi può bastare per condirci 6-8 piatti di pasta a seconda della grammatura che considererete come porzione.






140 g di foglie di basilico (le foglie di 3 mazzi)
60 g di pinoli
3 spicchi d' aglio a cui avrete tolto il germe, se gli spicchi sono grandi mettetene 2
40 g di parmigiano reggiano
20 g di pecorino fiore sardo molto stagionato
14-15 grani di sale grosso
olio e.v.o. delicato qb

Potete usare indifferentemente il mortaio o il mixer, indifferentemente se avrete l' accortezza di far ruotare le lame a piccoli impulsi, di circa 1-2 secondi l' uno. Ve lo dico perché nella mia vita ho fatto tanti di quei pesti da averne la nausea sia con il mortaio che con il mixer, se userete il mixer nel modo corretto vi assicuro che non sentirete molta differenza, se non quella dovuta al braccio non dolorante!!
Questa volta l' ho fatto in entrambi i modi, 3 mazzi di basilico al mortaio e 3 al mixer, stessi ingredienti, stesse dosi, assaggio al momento ed erano sinceramente uguali, la mia indole di scienziata ha voluto fare l' esperimento, ecco come ho passato i mio pomeriggio di ferie!!
Comunque se credete veramente che la differenza ci sia, fatelo con il mortaio e mi raccomando, movimenti circolari, non pestatelo nel vero senso della parola, è un mazzo colossale e per me non ne vale molto la pena, comunque fate vobis!!
Altro accorgimento fondamentale, non fatevi incantare dal basilico con le foglie grandi come quelle di un banano, per avere un buon pesto che sappia di basilico e non assuma retrogusti mentolati o amarognoli occorre che le foglie siano piccole e di un verde brillante, devono essere giovani e al massimo di 3 cm di lunghezza, se sono grosse, quindi il basilico è cresciuto troppo, è inutile, otterrete il pesto ma niente a che vedere con quello veramente buono!! Altro accorgimento, la ricetta originale prevede l' aglio, io per 3 mazzi ne metto 3 spicchi di media dimensione, se non amate il sapore troppo aglioso, e comunque il mio pesto è equilibrato, non sa troppo di aglio, potete scendere fino ad 1 spicchio aumentando il pecorino rispetto al parmigiano, darà un po' di piccante in più, ma non omettetelo, il sapore cambia tantissimo!!
Ultimo accorgimento, usate il sale grosso, servirà ad aiutare il trito soprattutto se usate il mortaio!
A questo punto possiamo iniziare, preparatevi le vostre foglie di basilico lavate ed asciugate, gli ingredienti pesati e pronti per essere dosati e via!






Se usate il mortaio iniziate con il pestare con movimenti circolari fino a renderli una crema il sale e l' aglio, aggiungete poi i pinoli e rendete una crema anche questo composto, poi aggiungete il basilico, un poco per volta, il pesto deve diventare una crema, ok che rimanga qualche pezzetto più grande ma dateci come dei matti perché deve essere cremoso, non è un battuto, è un pesto!! Una volta terminato il basilico, aggiungete i formaggi ed infine l' olio a filo.
Se usate il mixer idem, iniziate con pochi ingredienti per volta e date impulsi brevissimi in modo che non si surriscaldi e perda le sue proprietà organolettiche, vedrete che otterrete velocissimamente un pesto con i fiocchi!!
Le dosi del pesto che vi propongo sono le mie, per i miei gusti di pesto sono perfette, si sentono tutti i sapori ma senza che ce ne sia uno troppo prevaricante, in generale comunque le dosi più equilibrate che si usano per 3 mazzi di basilico prevedono 2-3 spicchi d' aglio, a seconda del gusto e delle dimensioni, 40-60 g di pinoli, 50- 80 g di mix di parmigiano e pecorino, poi ognuno bilancia a suo gusto!!
Se lo producete per consumarlo al momento potete diluirlo in preparazione con l' olio, ricordatevi poi appena fatto di coprirlo con uno strato di olio altrimenti si annerisce dopo poco e di alleggerirlo con un poco di acqua di cottura della pasta, se invece lo fate per congelarlo, potete anche tenerlo un po' più denso, in questo caso, una volta invasettato, aggiungete l' olio che serve a coprire la superficie del pesto a contatto con l' aria, serrate bene il tappo e mettete i vasetti in congelatore, poi aggiungerete l' olio che serve per renderlo più fluido quando lo avrete scongelato e anche in questo caso non dimenticatevi di ammorbidirlo con qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.

 




Come potete usarlo?
Beh, la morte sua è con le trenette, una pasta lunga tipo spaghetti ma con sezione ellittica o con le trofie, una pasta fresca a forma di piccolo fuso tipica della Liguria, o con i testaroli, una pasta molto particolare tipica del levante ligure, potete anche condirci le lasagne sia al piatto (mandilli) sia al forno, aggiungendo al pesto la besciamella e lo stracchino, o ancora potete condirci le crepes salate, e non dimenticate, a qualunque ora voi lo facciate, di assaggiarne un po' su una bella fetta di pane, è goduriosissimo!!!
Beh, di idee qui ce ne sono, siete pronti per preparare un meraviglioso pesto alla genovese???






Buona settimana a tutti, ci si risente al mio ritorno!!!

Silvia


lunedì 13 giugno 2016

Panissa





Ciao a tutti!! Sono quasi pronta per la Provenza, un po' di posti da vedere li abbiamo decisi, carichi siamo carichi, non ci resta che aspettare il 20 e partireeeeee!!!!
Non vedo l' ora, voglio perdermi tra i campi di lavanda, i panorami bellissimi e il buon cibo provenzale!!
Queste al lavoro sono settimane super impegnative, sono davvero alla frutta e questa vacanza la vedo davvero come la salvezza da una crisi isterica, ma sto tenendo duro, sto dando il 100% e sono sul pezzo, come si dice in queste situazioni, vediamo un po' come procede la settimana, oggi è stata una giornata bella dura!!
Nel frattempo mi sono premunita di preparare per voi un paio di ricette tipiche della mia Liguria, una è quella di oggi, l' altra arriverà a breve, era troppo tempo che dovevo proporvele, questo we è stato abbastanza lungo, Venerdì ero in ferie, per permettermi di preparare tutto e fotografarlo, quindi via, iniziamo con una delle cose più sfiziose che si possono mangiare passeggiando per i vicoli di Genova e che non manca mai nelle friggitorie della mia città: la panissa!!!






La panissa è una polentina di farina di ceci che viene fatta rassodare e poi si mangia o fritta o si condisce con olio, pepe e cipolla o anche olio, pepe e limone.






La preparazione è veramente semplice e in poche mosse avrete un piatto nutriente, leggero e molto gustoso!!

Dosi per una panissa per 4-5 persone:

300 g di farina di ceci
1 litro d' acqua tiepida
una presa di sale

Per servirla:

olio per friggere se fate le panissette fritte

1/2 cipolla
sale
olio e.v.o.
pepe qb se la servite condita

Mettete la farina di ceci in una pentola abbastanza capiente, versatevi l' acqua tiepida poca alla volta mescolando energicamente con la frusta in modo che non si creino grumi, mettete la pentola sul fuoco, aggiungete una bella presa di sale e cuocete a fuoco medio-basso la polentina di ceci, mescolandola sempre, per circa 30-40 minuti, deve perdere il sapore di farina cruda e acquistare densità.
Passato quel tempo vedrete che si sarà raddensata parecchio e tenderà a staccarsi dalla pentola, versatela in un piatto fondo abbastanza capiente per contenerla tutta o in un bacile al quale avrete unto il fondo e livellatela in superficie. A questo punto lasciatela solidificare e raffreddare, io di solito la preparo il giorno prima e la mangio il giorno dopo!!
Una volta fredda, capovolgete il recipiente su un tagliere e tagliate a fette la panissa a fette spesse circa 1/2 centimetro.

Adesso potete scegliere di consumarla in due modi, entrambi tipici della tradizione ligure!!

Il primo, uno dei tipici street food liguri, consiste nelle panissette fritte, semplicissime come realizzazione e terribilmente gustose ed appetitose:

friggete le fette di panissa in olio caldissimo fino a che risulteranno ben dorate, cospargetele di sale fino e gustatele!!!






Il secondo, un po' meno conosciuto ma altrettanto tradizionale e comunque perfetto per un pic nic, per il pranzo in ufficio, per una cena leggera, insomma, fate voi, si tratta della panissa condita:






tagliate le fette di panissa a cubetti e conditeli con olio, pepe, cipolla a fette sottilissime e se serve ancora un pizzico di sale, sennò semplicemente con olio, pepe e limone!






Io la preparo sempre in entrambi i modi quando la cucino, diciamo che 2/3 la tramuto in insalata e 1/3 la friggo, troppo buona!!!
Le panissette fritte vi consiglio di gustarle appena fatte, come tutte le cose fritte danno il meglio di sé appena scolate, la panissa condita invece può essere gustata tranquillamente anche il giorno dopo, io mi ci sono fatta il pranzo in ufficio, certo, poi sono stata zitta tutto il pomeriggio ma volete mettere la bontà??






Con questa ricetta partecipo all' evento #ricetteallariaaperta dell'Italia nel piatto!!

Buona settimana a tutti e a presto!!


Silvia

martedì 7 giugno 2016

Burger Piccante di Cannellini ai Capperi, Pomodori Secchi, Senape e Dragoncello





Ciao a tutti!!
Eccomi qui di ritorno dalla campagna, tre giorni fuori dal mondo, il mio telefono su non prende il segnale dati quindi ecco che mi sono dovuta isolare per forza!!
Niente ciliegie purtroppo, ce ne sono tante ma sono ancora indietro, dovremo tornarci a fine mese, allora si che farò un buon raccolto!!
Il tempo è stato un po' ballerino ma non ha piovuto, ci siamo goduti a quiete della campagna e il sole tiepido quando usciva, la stufa l' abbiamo accesa eccome e alla sera ci ha tenuto compagnia, faceva ancora piacere devo dire, scalda durante la cena e il dopo, non è che il clima fosse ancora estivo!!
Comunque adesso sono qui e volevo introdurre in maniera un pochino più seria la ricetta.
Ma voi avete visto la puntata di Report, due Domeniche fa, relativa ai batteri resistenti agli antibiotici? Io sinceramente l' ho guardata ma non credevo di scoprire così tante cose, certo, che l' abuso di antibiotici sia deleterio lo so e li evito come la peste ma avere la certezza di assumerne così tanti attraverso la carne pensavo non fosse una questione italiana ed europea, pensavo che in qualche modo ci fossero dei limiti e delle tutele per il consumatore. Ignorante io voi direte, si, ammetto la mia ignoranza ma sono davvero rimasta scioccata vedendo quanti antibiotici somministrano agli animali, praticamente sono tenuti in vita con quelli, tanto vivono il minimo indispensabile, è più economico imbottirli di medicine piuttosto che migliorare le condizioni igieniche degli allevamenti. E comunque, posto che consumo poca carne e mai di marca perché è quella proveniente dai peggiori allevamenti intensivi, riflettevo che adesso anche comperarla dal macellaio o dal pollivendolo non è garanzia di una provenienza diversa. Forse in passato si, i negozianti avevano gli allevatori locali che rifornivano i negozi, adesso la maggior parte dei pollivendoli mette sul bancone le alette di pollo o le cosce che tirano fuori da confezioni giganti provenienti anche quelle dagli intensivi.
E non scappa da questo neanche il biologico, certo, la quantità di antibiotici che viene somministrata agli animali è nettamente inferiore ma comunque non è zero e la assumiamo anche noi mangiandone la carne.
E poi vabbè, no comment sulla contaminazione della carne che si compera al supermercato, in Italia il 10% delle confezioni analizzate sono risultate positive a batteri resistenti agli antibiotici, ok che poi con la cottura muoiono ma se non si sta attentissimi nel manipolarla e nel lavaggio degli attrezzi si rischia di ammalarsi per una scaloppina, ma scherziamo??
E non ci sono task force a livello nazionale sulla resistenza dei batteri, come se non fosse un problema, ma secondo voi, razza di testoni, se ci sono batteri che sono resistenti a tutti gli antibiotici in circolazione e abitano nella carne che comperate al super, ma non pensate che sia possibile che si diffondano? Ma come pensate di eliminarli? Insomma, secondo fior fiore di scienziati è un problema gigante e nessuno sta facendo qualcosa per affrontarlo.
Non sono mai stata vegetariana e non è che ora lo divento ma notizie del genere sono a dir poco allarmanti e mi spingono sicuramente a continuare ad evitare le carni che arrivano da allevamenti intensivi, salumi inclusi, cercherò di evitare di consumare carne quando mangio fuori a meno che non sia davvero sicura e cercherò di minimizzarne il consumo in generale, per fortuna il mio macellaio di fiducia ha un allevamento non intensivo nell' entroterra ligure ma non è che ho la certezza che non dia antibiotici in gran quantità agli animali, stavo quasi pensando di chiedergli qualcosa a riguardo  . . . boh, ci penserò fino alla prossima volta che ci vado.
Comunque piccola "revoluscion" in casa nostra, cercherò di assumere molte più proteine dai legumi, certo, ora devo andarmi a studiare come farle assimilare al meglio al mio organismo accoppiando i giusti alimenti, ma dai, ce la farò, lo devo fare per la mia salute e del marito, che non sarà forse così felice ma alla fine questi burger li ha apprezzati tantissimo, con sua sorpresa, quindi ecco, rimbocchiamoci le maniche e andiamo a studiare, nel frattempo iniziamo con un bel burger di fagioli cannellini pieno di profumi!!
A proposito di profumi, ho scoperto da poco il dragoncello, è stupendo, ha un sapore davvero caratteristico, particolare e intenso, voi lo conoscete già?






Per 4 burger:

450 g di fagioli cannellini lessati
2 cucchiai di capperi sotto sale lavati dal sale in eccesso
4 falde di pomodoro secco
1 cipollotto piccolo
2 cucchiaini da the di senape con i grani
1 presa di sale
2 prese di peperoncino piccante macinato
2 cucchiai di olio e.v.o.
mezzo cucchiaino da caffè di dragoncello tritato (il mio è secco, se non l' avete potete sostituirlo con erbe aromatiche a piacere)
2 cucchiai rasi di farina di riso integrale

Il procedimento è davvero facilissimo, inserite tutti gli ingredienti, ad esclusione della farina di riso e del sale, in un mixer con le lame e frullate tutto fino ad avere un composto omogeneo, nel mentre assaggiatelo e aggiustatelo di sale se serve.
Trasferitelo in una ciotola, la consistenza è già abbastanza densa ma ho aggiunto la farina di riso per asciugare ancora un po' , ho amalgamato bene il composto con una spatola e ho ricavato 4 polpette che ho premuto tra i palmi per dare la forma di burger. Vi consiglio di lasciare riposare l' impasto una mezz' oretta prima di procedere a fare i burger, acquisterà un po' più di consistenza!






Scaldate una padella antiaderente con un filo d' olio e quando è ben calda cuocetevi i burger per qualche minuto, fino a che non sono belli coloriti e hanno fatto una sottile crosticina, a questo punto, con una paletta, girateli delicatamente ma con un gesto deciso, per farli colorire e cuocere dal lato opposto.
Questi burger rimangono morbidi mentre sono caldi, poi intiepidendo diventeranno più compatti, per questo bisogna girarli senza tentennare, si rischierà altrimenti di romperli.
Una volta ben dorati da entrambi i lati i burger sono pronti, potete gustarli al piatto con verdure o infilarli nel vostro panino preferito, sono comunque deliziosi!!









I miei primi burger sono stati di ceci, il primo esperimento è stato complesso da gestire a livello di consistenza ma li ho adorati e fatti un sacco di volte sempre meglio, poi li ho provati di fagioli di soia, buoni ma molto meno saporiti, adesso ecco qui che approdano sul blog quelli di cannellini, davvero ottimi, i prossimi li voglio fare di lenticchie, ormai sono scatenata!!!






E non potevo mancare al contest itinerante the mystery basket ideato da La mia famiglia ai fornelli e ospitato questo mese da Un' arbanella di basilico


 



Buona settimana e a presto!!!

Silvia


mercoledì 1 giugno 2016

Torta della Nonna con Frolla Rustica





Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo qui, a dire il vero questa ricetta non era in programma finisse qui ma dato che è riuscita in modo degno e ho trovato pure il tempo per fotografarla, eccola, in tutta la sua bontà!!
Questa torta è davvero tradizionale per definizione, la mitica torta della nonna, tutti la conoscono e tutti l' hanno mangiata almeno una volta e sicuramente tutti la amano!!

Ne esistono due versioni, una con il guscio di frolla e la crema all' interno e una dove la crema non è coperta dalla frolla ma il guscio è composto da un bello strato di pinoli tostati!! Deliziose entrambe!!
Nel blog ho una versione in monoporzioni di quella con la copertura ma una vera torta non l' avevo ancora preparata!!
Diciamo che lo spunto me l' ha dato la rivista Jamie Magazine di Maggio, contiene uno speciale sulle crostate, torta della nonna compresa, ce ne sono di stupende, io ne avevo puntata una con la frolla ai pistacchi, le fragole e la panna, poi mentre mio marito sfogliava la rivista, ebbene si, gli piacciono le foto e come rendono su quella carta, ruvida e opaca, gli ho chiesto di scegliere una crostata che gliel' avrei fatta. Ecco, ovvio che ha scelto la torta della nonna, la adora!!
E quindi mi sono messa all' opera per ricreare quella bellissima della rivista, e miracolosamente sono riuscita a renderla presentabile, ho seguito la ricetta alla lettera, i tempi di riposo e tutto ed è venuta benissimo, quasi identica, per me che sono una pasticciona cronica è stato un risultato incredibile, un successone!!
Ho variato la farina usata per la frolla, ho scelto una farina di tipo 2, setacciata insomma, così da avere una base un po' più rustica e contribuire allo smaltimento farine pre-estivo, e ho usato l' amido di mais invece della farina nella crema pasticcera. Il resto l' ho fatto uguale, la ricetta è davvero valida, i tempi e i modi di cottura sono perfetti, il guscio è rimasto ben cotto e bello croccante ma friabile, insomma, provatela se ancora non l' avete fatto, vi lascerà davvero soddisfatti!!






Per la pasta frolla alla mandorla:

90 g di burro a temperatura ambiente
80 g di zucchero a velo
1 uovo
25 g di farina di mandorle
220 g di farina di tipo 2 (se non l' avete usate pure una tradizionale farina 00)
1 pizzico di sale

Per la crema pasticcera:

350 ml di latte intero
50 g di tuorli (per me 3, erano ovette piccole)
65 g di zucchero
45 g di amido di mais
1/2 stecca di vaniglia
5 g di scorza di limone

Per la copertura:

100 g di pinoli
zucchero a velo

Iniziamo con il preparare la frolla:

Nella planetaria con il gancio a foglia mettere il burro, lo zucchero a velo, la farina di mandorle e l' uovo, iniziate ad amalgamare il tutto aggiungendo il sale e una parte di farina, aggiungete la rimanente parte e amalgamate bene finendo di impastare velocemente a mano per ottenere una palla liscia ed omogenea.
Mettete l' impasto tra due fogli di carta da forno e stendetelo a circa 3-4 mm di spessore. Mettetelo con la carta in frigo a rassodare per almeno un paio d' ore.

Poi prepariamo la crema pasticcera:

Portate ad ebollizione il latte con la stecca di vaniglia, in una ciotola montate i tuorli con lo zucchero, aggiungete l' amido facendo attenzione a non creare grumi e versatevi sopra il latte bollente a filo, mescolate sempre con la frusta per non creare grumi.
Riportate a bollore e cuocete sempre mescolando sino a che la crema non si sarà addensata e risulterà cotta, a questo punto spegnete il fuoco, unite la scorza di limone, mescolate bene per abbassare la temperatura della crema, mettetela in una ciotola coperta da pellicola, attenzione, la pellicola è meglio che sia a contatto con la superficie della crema in modo da non creare condensa e patine sulla crema,  fatela raffreddare così.






A questo punto andiamo ad assemblare il dolce e a cuocerlo.
Imburrate uno stampo da crostata da 22 cm di diametro, prendete la frolla dal frigo e foderatevi la teglia, io, non avendo lo stampo da crostata di quella dimensione, ne ho usato uno a cerniera, ho ritagliato prima il fondo, utilizzando lo stampo stesso per definire bene il bordo e poi il coltellino per tagliare il disco, ho posizionato il disco sul fondo dello stampo e poi ho ritagliato due strisce alte circa 3 cm per fare il bordo, premendole bene sul fondo del guscio mentre le posizionavo, in modo da farle aderire bene.
La frolla è molto fredda e dura dopo il riposo, quindi si riescono a ritagliare i pezzi con precisione!!
Mettete per altri 20 minuti la teglia con la frolla in frigo.
Passato questo tempo toglietela dal frigo e bucherellate con i rebbi di una forchetta il fondo della torta e posizionatevi un foglio di alluminio o di carta forno, versatevi sopra dei legumi secchi per evitare che la pasta si gonfi, cuocetela in forno ventilato a 160° per 25 minuti, io negli ultimi 7 minuti di cottura ho tolto i legumi e l' alluminio in modo che asciugasse bene anche il fondo.
Estraete la teglia dal forno e fate raffreddare la frolla, così rimarrà più croccante.
A questo punto versate la crema nel guscio e livellatela bene, cospargetela con i pinoli e reinfornatela sempre a 160° per 15 minuti e poi accendete il ventilato per altri 10 minuti, in modo da dare la tostata finale ai pinoli.
Una volta sfornata, aspettate che si freddi del tutto prima di toglierla dallo stampo.
Cospargetela con lo zucchero a velo solo quando è fredda.
A questo punto potete tagliarla, la crema sarà della consistenza giusta e otterrete delle fette perfette, se la tagliate quando è ancora tiepida sarà comunque buonissima ma rischiate lo spatascio!!









Che dire, un dolce riuscitissimo, anche se era per il marito, che ha apprezzato davvero tantissimo, ho dovuto sacrificarmi ed assaggiarla almeno tre volte per testarne la bontà!!
Perfetta per il dopo pasto ma anche per merenda o per colazione, si, io adoro mangiare queste torte con creme o anche i pasticcini per colazione, mi sa che è il momento in cui apprezzo maggiormente i dolci, io che amo di solito di più il salato!!

Buona settimana corta a tutti, noi andremo a passare qualche giorno in campagna nonostante il tempo sia piuttosto incerto, visto che il 3 non lavoriamo, spero che le ciliegie selvatiche del nostro albero siano pronte per la raccolta, ho proprio voglia di farci una bella confettura!!

A presto!!!


Silvia

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