venerdì 30 dicembre 2016

Buon 2017!! . . . Anche se Sembra un Ossimoro . . .





Ciao a tutti!!
Oggi non ho ricette da proporvi ma solo tantissimi auguri, un po' di foto e qualche pensiero che non vuole essere una somma ma solo un mettere in ordine le cose su carta, che non fa mai male!!
Il 2016 è stato un anno un po' complesso per me, non a caso nel primo post dell' anno avevo esordito con "maledizione, è bisestile!!", abbiamo avuto un po' di fatti poco piacevoli come la perdita di mia nonna, poi il mio papà è stato aggredito per strada da due ubriachi mentre tornava dal lavoro alla sera, niente paura, li ha messi in fuga a randellate dopo essere stato buttato a terra, ha i riflessi più pronti di me, poi la mia mamma ha avuto, e lo dico ora solo perché è guarita e sta bene, un incontro con il male peggiore che ci sia, sconfitto all' arma bianca del bisturi e messo a tacere definitivamente, ha una tempra quella donna che spero di aver ereditato almeno in parte, e infine mio marito con il piede rotto dopo l' incidente sul lavoro che è ancora a casa perché tardivamente diagnosticato! Ecco, per non parlare delle sfighe di riflesso che hanno colpito la famiglia acquisita, la tromba d'aria che ha scoperchiato il tetto dei suoceri per esempio, e quelle lavorative, che hanno colpito 6 ragazzi da noi a cui non hanno rinnovato il contratto in data 23 Dicembre!
Mah, non so se è stata una buona idea mettere su carta prima gli eventi nefasti, che anno di caccaaaaaaaa!!






Di contro però mio papà sta bene, mia mamma sta bene, mio marito sta bene, sia io che mio marito abbiamo ancora il lavoro, i miei suoceri stanno finalmente per finire i lavori di chiusura del tetto e stanno bene, che detta così sembra un po' Pollyannesco ma date le premesse forse è stato un anno buono, proprio per le premesse che ci sono state, insomma, se chiudo gli occhi e faccio uno "sliding doors" degli eventi poteva essere una tragedia su tutti i fronti, e invece non lo è stata!
In ogni cosa siamo stati uniti e abbiamo camminato assieme, un passo per volta abbiamo affrontato tutto, abbiamo unito le mani e ci siamo trainati, dove non arrivava uno, arrivavano gli altri, che sembra scontato in una famiglia ma non lo è affatto!
E nonostante le divergenze di carattere che ci sono, alla fine quando è il momento diventiamo una cosa sola, credo che debba essere così, non è necessario andare sempre d' accordo, è necessario esserci sempre però!






Quindi che dirvi, voglio chiudere questo anno molesto, si, direi che suona bene nominarlo così, con il melograno, simbolo di prosperità, di produttività e di unione, una pianta forte che cresce su terreni aridi e ha bisogno di poca acqua per generare un frutto così dolce e meraviglioso, è così bello che mi incanta, così rosso, brillante e succoso!
E quest' anno si, abbiamo camminato su terreni impervi, abbiamo avuto il destino contro ma abbiamo vinto e siamo riusciti a stare uniti e a fare grandi cose!
Buon 2017 a tutti, che la forza sia con noi, non quella di Star Wars, magari lo fosse, ma quella che ciascuno ha dentro, che magari sta lì muta, tanto che sembra che non ci sia, ma c'è, forse ancora non ha trovato la via per uscire ma c'è, mi auguro che sia potente e che ci guidi in ogni cosa facciamo, che non ci faccia perdere tempo in cose prive di importanza, che ci faccia dire no a chi non merita un minuto del nostro tempo, che ci faccia seguire i nostri sogni anche se sembrano irraggiungibili, chissenefrega se lo sono, meglio tentare di raggiungerli che non fare niente guardando quanto sono lontani, e che soprattutto ci faccia affrontare uniti e con positività tutte le rotture di palle e i "fuori programma" che costellano le nostre esistenze!!!!






E ovvio, vi auguro un mare di bene, di soldini, che non fanno mai male, di salute, e soprattutto di amore, che è la cosa che fa andare avanti il mondo nonostante qualcuno si ostini a dire che sia l' economia!!!

Buon anno nuovo!!!

Silvia


mercoledì 21 dicembre 2016

Grissini al Piment d'Espelette con Esuberi di Pasta Madre





Ciao a tutti!!
Eccoci quasi a Natale e io neppure me ne sono accorta, si, vedo un sacco di traffico in giro ma stento a calarmi nello spirito natalizio, sto evitando il centro come la peste e i regali li ho presi per la maggior parte on-line, sono un disastro lo so, vogliatemi bene lo stesso!!!
Solo che queste ultime due settimane sono state un po' di fuoco e non ho avuto molto tempo per godermi l' arrivo delle feste, anzi, proprio zero!!
Mi dedicherò con più passione ad aspettare l' ultimo dell' anno, l' anno scorso ero già in ferie prima di Natale ed ho potuto preparare un po' di cose con calma, i cioccolatini, i biscotti, rilassarmi un po', quest'anno invece è una corsa contro il tempo che ho deciso di non affrontare!! Non posso stressarmi per il Natale e non intendo farlo, quindi il massimo che posso offrirvi a tema natalizio sono dei grissini al sale aromatizzato al piment d' Espelette, un peperoncino aromatico francese regalo della mia cara amica Carla Emilia, c'è il rosso del peperoncino, il bianco del sale e vengono bene dato che chi ha panettonato come se non ci fosse un domani magari ha un po' di esuberi da smaltire!!





 
Sono molto buoni, piccantini, croccanti e leggeri, si possono preparare anche un paio di giorni prima perché se ben chiusi si mantengono fragranti almeno tre giorni e si possono aromatizzare con quello che credete! A me la voglia l' ha fatta venire la Simo, però io ho usato la ricetta di Eva e Claudio, che uso sempre per fare i crackers con gli esuberi!!
Quando cerco le ricette con gli esuberi prediligo quelle che non prevedano lievitazione, sennò tanto vale usare la pasta madre, devono essere veloci e pratiche, di solito faccio le piadine ma questa volta dato che dovevo accendere il forno per cuocere la pizza ne ho approfittato e ho infornato pure i grissini!!






Ma andiamo ad impastare, con queste dosi otterrete una quindicina di grissini doppi!

210 g di esuberi della vostra pasta madre
105 g di farina tipo 1
40 g di acqua
20 g di olio e.v.o.
2 bei pizzichi di sale
sale aromatizzato al piment d' Espelette (o peperoncino)
due pizzichi di bicarbonato di sodio se i vostri esuberi hanno più di una settimana

Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola, iniziate ad amalgamarli con una forchetta e poi spostatevi sulla spianatoia per continuare a mano, impastate bene sino a che non otterrete un impasto liscio ed uniforme, lasciatelo riposare una mezz'ora così riuscirete a stendere meglio i vostri grissini.
A questo punto tagliate un pezzetto di pasta e formate un piccolo salsicciotto aiutandovi  facendolo rotolare avanti e indietro sulla spianatoia con il palmo delle mani,  con lo stesso movimento date un po' di trazione ai lati per allungarlo, alla fine il vostro grissino dovrà avere un diametro di circa mezzo centimetro e dovrà essere lungo come la leccarda del forno.
Quando avrete ottenuto anche il secondo grissino, arrotolateli l' uno con l' altro, serratene bene le estremità e appoggiateli sulla leccarda rivestita con carta da forno.
Fate lo stesso procedimento fino ad esaurire l' impasto.
A questo punto cospargeteli con il sale aromatizzato e premetelo sulla superficie dei grissini per farlo aderire bene.






Infornate in forno caldo a 190° per 15 minuti, comunque fino a leggera doratura, è vero che ogni forno è a se ma non esagerate con l' allungare i tempi di cottura sennò i grissini invece di restare croccanti diventeranno troppo duri.






Sono uno stuzzichino delizioso se venite colti da fame precoce, sono perfetti con gli affettati o con le salsine di verdura e sono ganzissimi da portare in tavola assieme agli antipasti, meglio di così non potevo fare quest' anno!!!
E li porto anche a Panissimo, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra e da Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata da Stefania di Cardamomo & Co.




Vi auguro buone feste, spero le passiate nel migliore dei modi assieme ai vostri familiari ed amici, io spero di tornare qui prima di Gennaio e se invece non ci vediamo prima sappiate che sto comunque lavorando per voi!!

A presto e in alto i calici!!!

Silvia


lunedì 12 dicembre 2016

Corzetti con Pesto di Pinoli - Croxetti co-o Pésto de Pigneu




Ciao a tutti!! Eccomi bella fresca e riposata dopo questi 4 giorni di relax!!
Ci credete?? Nooo?? E fate bene!
Sono reduce dalla raviolata con la suocera, ben 1342 ravioli messi in saccoccia per le feste, e da diversi appuntamenti in cucina, finalmente ho avuto il tempo di mettermi un po' ai fornelli, un esperimento è riuscito, uno meno, e poi ho deciso di realizzare questa ricetta, era un po' che non vi proponevo un piatto della mia regione!!
Quindi oggi si cucina ligure!
In particolare quello che vi propongo è un primo piatto, una pasta davvero particolare che ha le sue radici nel levante ligure, i corzetti!
Questa pasta ha la forma a cerchio sul quale venivano stampigliati gli stemmi delle famiglie nobili dell' antica Liguria, oggi invece lo stampo è decorato con motivi di fantasia, quello che resta è però la bellezza di questa pasta fresca!






Il mio stampo proviene dalle abili mani del famoso intagliatore Pietro Picetti di Varese Ligure, un artigiano che nella sua bottega lavora il legno dando vita a questi particolarissimi e preziosi stampi, preziosi perché decorati uno per uno a mano e ciascuno con il suo disegno caratteristico. Il legno utilizzato è di faggio o acero o melo, non si può usare un legno qualunque, deve essere privo di resine che lasciano un gusto sgradevole alla pasta!
Ma com'è che tale stampo è finito in casa nostra? Ve lo dico subito, quando un marito sostiene ed incentiva le follie della moglie va elogiato pubblicamente!!
Un giorno mio marito è andato a Varese Ligure a farsi un giro fotografico ed è tornato con questo regalo bellissimo per me, non sapete la gioia di avere lo stampo tradizionale, fatto a mano dal miglior intagliatore, mi ha commossa!!
Presa dall' entusiasmo mi ci sono divertita un po' di volte ma questo we avevo voglia di rimettere le mani su quel meraviglioso oggetto e condividere la ricetta qui, anche se ho fatto una personale variante della pasta, sostituendo parte della farina 0 con quella di grano saraceno!
Ma i corzetti non sono solo tipici del levante, esiste una versione polceverasca (della valle genovese dove abito io) di questa pasta che ha la forma di farfalla, rigorosamente data a mano, ma non ha stampigliature.
Come si condiscono i corzetti?
Possono essere conditi con il pesto, qui la mia personale ricetta, con la salsa di noci, con il tocco, ossia il sugo di carne a lunghissima cottura, qui l' ho cucinato di cinghiale, o con una salsa deliziosa fatta con i pinoli e la maggiorana, che è la versione che vi presento, quella tipica del levante, una salsa dal sapore delicato, dove aglio e maggiorana fanno da cornice perfetta al sapore del pinolo fresco, quasi dolce ma molto aromatico!
Provatela perché ve ne innamorerete!!

Ma basta parole, andiamo a mettere le mani in pasta!!!






Per la pasta (3-4 porzioni a seconda se viene servita come piatto unico o come primo piatto):

250 g di farina 0
50 g di farina di grano saraceno (mia variazione, nella versione originale è sempre farina 0)
2 uova
3-4 cucchiai di vino bianco secco
acqua

Sulla spianatoia fare una fontana con la farina, unitevi le uova sbattute al centro ed iniziate con le mani ad incorporarvi la farina, dapprima quella interna alla fontana e poi via via spostandovi verso l' esterno. Aggiungete nel frattempo anche il vino e, solo se serve, aggiungetevi anche qualche cucchiaio di acqua. Quando la pasta avrà preso consistenza, lavoratela a mano fino ad ottenere un' impasto liscio ed omogeneo, dovrà avere una consistenza non troppo morbida ma deve essere malleabile.
Una volta finito di impastare, copritela con una ciotola rovesciata e fatela riposare almeno mezz'ora.
Con la macchina per la pasta ricavatene delle strisce di spessore 2 millimetri, io mi sono fermata alla penultima tacca degli spessori. A questo punto infarinate le strisce e ricavatevi i cerchi con il fondo dello stampo apposito per corzetti, in alternativa con un coppa pasta da 5-6 cm di diametro.






Una volta ottenuti i vostri cerchi, posizionateli uno alla volta sulla base dello stampo ed imprimetevi con il timbro una forza sufficiente a fare in modo che il disegno dello stampo rimanga inciso sul disco di pasta, questo disegno serve anche a fare aderire meglio il condimento alla pasta. Riponete i corzetti su un ripiano leggermente infarinato fino al momento della cottura.






Per il pesto di pinoli (quantità per la dose di pasta indicata sopra)

120 g di pinoli
1/2 spicchio d' aglio
le foglie di 3 rametti di maggiorana
un pizzico di sale grosso
due cucchiai di parmigiano reggiano
olio e.v.o. e latte per ammorbidire il pesto
pepe nero

Per preparare il pesto potete usare sia il mortaio che il mixer, avendo l' accortezza di usare quest' ultimo a piccolissimi impulsi in modo da non surriscaldare il composto.
Se procedete con il mortaio metterete prima l' aglio, il sale e la maggiorana e iniziate a pestare delicatamente e con movimenti rotatori, quando avete ottenuto una sorta di crema grossolana aggiungete i pinoli, il formaggio, una presa di pepe nero e un filo di latte per amalgamare meglio il composto. A seconda dei gusti potete lavorarlo in modo da ottenere un pesto un po' grezzo, cosa che ho fatto io perché queste salse mi piacciono di più se sono leggermente granulose, o insistere fino ad ottenere una crema liscia.
La consistenza finale non dovrà essere comunque troppo liquida perché poi questa salsa andrà allungata con l' acqua di cottura della pasta. A fine lavorazione unitevi un filo d' olio, mescolate bene e tenete da parte fino al momento di condire i corzetti.

Fate bollire l' acqua in una pentola abbastanza capiente, salatela, versatevi i corzetti e cuoceteli 5-6 minuti, mescolandoli delicatamente prima che l' acqua riprenda il bollore. Nel frattempo allungate la salsa con 4 cucchiai di acqua di cottura della pasta (la quantità dipende da quanto l' avete lasciata densa durante la preparazione).
Una volta cotti, scolateli, versatene uno strato in un vassoio da portata, conditeli con una parte della salsa, versatene un secondo strato e ultimate con la restante salsa. Serviteli ben caldi.






Un piatto semplice ma elegante e delizioso, una pasta fresca importante nella forma che racchiude secoli di tradizione e l' amore per le persone a cui la preparate, insomma, sto pensando già al menù dell' ultimo dell' anno, l' anno scorso ho proposto questi ravioli, chissà che quest' anno non tocchi ai corzetti!!!






Vi auguro buona settimana, a presto!!

Silvia


martedì 6 dicembre 2016

Carrot Cake con Frosting di Robiola e Cannella





Ciao a tutti!!
Eccomi di nuovo qui reduce dalla giornata elettorale! Ero presidente di seggio, che patema ragazzi! Stanchezza a parte parlo proprio della tensione, se va qualcosa storto, o se non tornano i conti vengono a cercare me!!
E' andato tutto bene, avevo un team di ragazzi precisi e collaborativi, ci siamo trovati bene, considerando anche che ho dovuto gestire un paio di situazioni surreali riguardo la polemica sulle matite copiative direi che me la sono cavata degnamente!!
Comunque l' ignoranza è una brutta bestia, ecco, questo lo devo dire!!
E cose c'è di meglio per ricaricarsi le batterie di un buon dolce? 
Continua su questi schermi la prova delle ricette del libro "California Bakery" , mi piace molto quel libro, le ricette sono buone, riescono bene e sono semplici da eseguire, solo avrei qualcosa da ridire su dosi e stampi consigliati, dalla mia esperienza mi verrebbe da dire che spesso per gli stampi che consigliano di usare vada bene dimezzare le dosi delle ricette!! Ho già provato 3 ricette, questa è la quarta, in tutte abbondano!!
Per esempio per questa ricetta la foto esemplificativa mostra una torta che non è altissima, sembrerebbe essere 3-4 cm al massimo, io ho usato lo stampo consigliato ma dato che le dosi mi parevano di nuovo abbondanti, ho usato 2/3 della dose indicata per ciascun ingrediente, ecco, la torta mi è venuta più alta della loro, avrei dovuto direttamente dimezzare!!
Per il frosting invece ne indicano una quantità irrisoria allo scopo di ricoprire il dolce con uno strato di crema da 1 cm, quindi vi lascio la dose che ho usato io, e se voleste abbondare ancora un po' ci starebbe eccome! Mi è venuto da pensare che forse hanno solo indicato le proporzioni da usare però avrebbero dovuto scriverlo!!
Morale della favola, con 6 cm di torta non mi andava di mettere il frosting solo sopra, come indicano nella ricetta originale, ho voluto metterlo anche in mezzo e il risultato è stato vincente, una torta ricca e cremosa, profumata e soffice!!
Ho fatto anche una seconda modifica, ho usato le mandorle anziché le noci, che non avevo, e ho aggiunto un rimasuglio di farina di mandorle rimasto da un precedente dolce. Insomma, non è la versione originale ma le dosi dell' impasto sono le stesse!






 Andiamo a prepararla allora!!!

Per uno stampo quadrato 20 x 20 cm

150 g di carote sbucciate e grattugiate
2 fette di ananas tagliato a dadini piccolissimi e il loro succo
150 ml di olio di semi
2 uova
290 g di zucchero
i semi di 1/3 di bacca di vaniglia
250 g di farina 00
25 g di farina di mandorle
5 g di bicarbonato
5 g di cannella in polvere
5 g di zenzero in polvere (o 3 cucchiaini da the di polpa di zenzero fresco grattugiata)
1 g di sale
25 g di mandorle tritate grossolanamente
9 mandorle intere

Mescolate le carote con l' ananas e tenetele da parte.
In una ciotola mescolate delicatamente con un mestolo di legno o cucchiaio fino ad amalgamarli bene olio, uova, zucchero e semi di vaniglia, questi sono gli ingredienti umidi.
In un' altra ciotola mescolate bene la farina 00 e quella di mandorle, il bicarbonato, la cannella, lo zenzero in polvere, il sale e le mandorle sminuzzate, questi sono gli ingredienti secchi.
Unite le carote e l' ananas agli ingredienti umidi e amalgamate, poi unitevi gli ingredienti secchi e amalgamate sempre delicatamente e con il cucchiaio.
Se usate lo zenzero fresco, aggiungetelo alla ciotola con gli ingredienti umidi!
Bagnate e strizzate un foglio di carta forno e rivestite con esso uno stampo da 20 x 20 cm di lato.
Versatevi il composto livellandolo bene e infornate in forno già caldo a 150°-160° ventilato per 30-35 minuti, fate la prova stecchino dopo 30 minuti bucando il centro della torta, il legno dovrà uscirne leggermente umido, se fosse troppo umido e se vi rimanesse impasto ancora mollo sullo stecchino lasciate il dolce a cuocere per altri 5 minuti.

Per il frosting:

300 g di robiola
45 g di zucchero a velo
2 g di cannella in polvere

Unite gli ingredienti lavorandoli con un cucchiaio fino ad ottenere un composto cremoso. Tenete la crema al fresco fino al momento di decorare.






Una volta che il dolce è completamente freddo, toglietelo dallo stampo, sfoderatelo dalla carta forno e tagliatelo in due strati con un coltello lungo seghettato. Spalmate il primo strato con 2/3 del frosting, ricopritelo con il secondo strato di dolce e spalmate sulla superficie il terzo di frosting rimanente.
Servite il dolce tagliandolo a quadrotti e decorate ciascun quadrotto con una mandorla.
Una volta decorato con il frosting, conservate il dolce in frigo, lasciandolo poi a temperatura ambiente una mezz' oretta prima di gustarlo!






Questo dolce ci ha convinti subito, il frosting  dà una nota acidula e fresca alla torta e ne completa il sapore rendendola perfetta come dolce da merenda ma anche da dopo pasto, io me lo sono mangiata anche a colazione con somma goduria, quasi quasi questo we la ripreparo!!!
A proposito, l' azienda dove lavoro fa il ponte il 9, quindi mi aspettano quattro giorni di riposo, più o meno perché dovremo iniziare a pensare ai regali, fare un po' di spesa e ho in mente un paio di cose da cucinare, via, vediamo se come al solito non metto troppa carne al fuoco e arrivo al Lunedì che sono uno straccio, perché poi mi scoccia rinunciare, nel we devo approfittare del tempo libero e fare tutttooooooo!!!!

Buon proseguimento di settimana!!

Silvia


lunedì 28 novembre 2016

Alpe di Devero

Ciao a tutti!!
Eccomi qui, come promesso, con le immagini del nostro we lungo all' Alpe di Devero!!
Ci ho messo quasi un mese a preparare le foto ma meglio di niente no??
E non sono tutte, ma sono quelle che preferisco, solo che prima di sceglierle devo vederle finite!!
Era tanto che volevo andare in questo posto meraviglioso, ne avevo sentito parlare tante volte, pare che quasi tutti gli appassionati di fotografia del Nord Italia e paraggi abbiano fatto almeno un we a Devero, quindi quando il nostro amico ci ha proposto questa meta, non abbiamo potuto dire no!!
L' alpe di Devero si trova sopra Domodossola, in Val d'Ossola, incastonata tra le Alpi Lepontine, è un altopiano circondato da montagne splendide, dove abbondano i boschi di larici e laghi bellissimi, è il paradiso dei fotografi camminatori, infatti ci siamo stati benissimo!
Noi abbiamo affittato due mini chalet, essendo in 6 era la soluzione più economica e pratica e poi dato che ogni chalet aveva 4 posti, abbiamo invitato per una notte un' altra coppia di amici che abitano in alto Piemonte!! Eravamo un bel gruppo!!
Conviene farsi la spesa strada facendo, lì c'è un negozio di alimentari ma noi non l' abbiamo mai trovato aperto, magari lo è solo in estate, e poi ci siamo portati da casa cose pronte da scaldare per la sera dell' arrivo e biscotti per la colazione, ma ecco, per cose pronte intendo una teglia di lasagne, polpettone e frittata!! Mica ci vogliamo male!!
La macchina va lasciata al parcheggio, non si può attraversare l' Alpe in macchina e poi ci sono le carriole con cui portare i bagagli agli chalet, noi eravamo veramente carichi, viveri e birra per l' intero soggiorno, più i bagagli, l' attrezzatura fotografica e due cagnolini, praticamente un circo!!
Ma iniziamo con le foto, la prima sera, anche se siamo arrivati ad un' ora decente, abbiamo preferito sistemarci con calma e ci siamo caricati per il giorno dopo, io e altri due amici siamo partiti alle 5 e siamo andati a fotografare l' alba in Val Buscagna, ad un' ora e un quarto circa di salita ininterrotta da Devero, meno male che nel frattempo avevo iniziato la palestra, mi è stata davvero d' aiuto!! E' stata la mattina in cui ho patito più il freddo, il momento dell' alba è il più gelido della giornata, avevo le mani che sembravano trafitte dai chiodi, è buffo se poi si pensa che a pranzo eravamo in maniche corte!!






Poco lontano c'è un lago molto particolare, circondato dai larici, il Lago Nero, la roccia che forma il bordo è scurissima, si vedeva bene perché non c' era l' acqua molto alta e il bordo lago era scoperto per un bel pezzo!






Scendendo per tornare all' Alpe si passa in mezzo ai larici rossi ed arancioni, ci si passa anche all' andata ma dato che era buio non potevo mica immaginare la bellezza che avrei visto!!






Il giorno ce lo siamo passati in relax, intanto per pranzo sono arrivati anche gli amici che aspettavamo e poi siamo andati a fare una scampagnata al tramonto ma non mi ha ispirata troppo, mi sono consolata con una buona cena a base di polenta e salsicce, ci vuole pure un po' di energia se il mattino dopo si vuole tornare a scampagnare!!






La gita del mattino aveva come meta i laghi di Sangiatto, che poi ci siamo fermati al primo, questo dista circa un' ora e mezza di salita da Devero, sono delle mazzate queste camminate, e questa volta siamo partiti in 5, c'erano anche gli amici piemontesi! Che bellezza quel lago, che pace, ne vale tutta la fatica fatta per arrivarci!!









Tornati a valle, dopo una colazione super, ci siamo goduti la giornata in compagnia, c'era un tempo bellissimo, al sole faceva un bel calduccio, siamo stati fortunati perché se ci fosse stato freddo probabilmente sarei morta congelata in mezzo al bosco!!
Nel pomeriggio siamo andati a Crampiolo, un paesino a mezz'ora di cammino da Devero, le case sono tutte di pietra e c'è una latteria che vende yogurt e formaggi fatti da loro, i formaggi non lo so ma gli yogurt sono splendidi!!






Poi siamo andati al Lago delle Streghe e ci siamo fermati per qualche scatto, il tempo non era proprio il massimo per le foto ma pace, questo è stato l' anno dei cieli sereni durante i viaggi e le scampagnate!!
In questi casi devo dire che apprezzo molto l' ora solare, il tramonto cade ad un ora che poi permette di ritrovarsi tutti assieme a cucinare e cenare ad un' ora decente, soprattutto perché se al mattino ci si deve svegliare prestissimo, cenare alle 22 non è il massimo!!






In tutto questo mio marito, che finalmente dopo quasi un mese ha scoperto di essersi fratturato il piede in seguito all' incidente sul lavoro, avendo il piede fresco di dolore non ci ha seguito nelle albe perché erano troppo lontane ma l' ultima mattina invece di andare con gli altri di nuovo ad un' ora e passa di cammino, sono andata con lui dove gli piaceva fare l' alba, lungo la strada per Crampiolo c' erano due casette di pietra con le montagne dietro, una location carinissima che ci siamo goduti da bravi coniugi!! E meno male che c' ero io perché quel torsolone si era scordato il cavalletto!!






Eccoci qui alla fine del we, in mattinata tarda poi siamo rientrati alla base, ci siamo fermati a pranzo in una birreria dove abbiamo mangiato benissimo e ci siamo salutati, pronti per la prossima avventura!!
A proposito, adesso lassù c'è pieno di neve!! Se vi piace ciaspolare approfittatene!!
Che dirvi poi, il mio tour de force di Novembre sta finendo, devo ancora stringere i denti fino al we prossimo e poi finalmente da Lunedì voglio riprendermi i miei tempi, ho troppa voglia di mettere le mani in pasta e di fare nuovi esperimenti ma ci vuole tempo e concentrazione e adesso non ne ho!!
Sto riuscendo a mettere in pratica una nuova filosofia per questi periodi in cui  mi manca il tempo per le mie cose preferite, prima mi sarebbero venuti i nervi e la gastrite, ora invece me ne frego, cosa posso farci? Niente, me ne sto, aspetto che passi il tempo e cerco di fare quello che posso, tanto isterizzarmi non cambia nulla, certe cose non si possono eliminare o rimandare, quindi mi sono messa in testa di essere zen e di non farmi prendere dall' ansia, il tempo di sperimentare la segale arriverà, nel frattempo il tempo per un dolcetto goloso e per un primo tentativo abbastanza ben riuscito di pulled pork l' ho trovato, basta vedere il bicchiere mezzo pieno no?

Buona settimana a tutti!!

Silvia


martedì 22 novembre 2016

Liquore di Mirto





Ciao a tutti!!!
Sono reduce da un we di fuoco!!
Ho seguito un corso di panificazione con la farina di segale, tenuto da Elena Lipetskaia, a Genova, incredibile!! Lei è stata splendida, è bravissima, gentile ed amichevole ed ovviamente preparatissima, spero di avere imparato tante cose non solo sulla carta ma di riuscire anche a metterle in pratica!!  Abbiamo realizzato 6 ricette diverse di pani di segale, tutti meravigliosamente soffici e profumati, ci siamo portati a casa il suo lievito liquido sia di frumento che di segale e tanta voglia di mettere le mani in pasta!! Ma purtroppo dovrò aspettare il prossimo fine settimana, vabbè, me ne farò una ragione e nel frattempo metto a posto gli appunti!!
E voi come avete passato il we? Qui il tempo è tremendo, pioggia a catinelle sia ieri che oggi e mi sa che la settimana sarà tutta così, ma noi ci scaldiamo con un bel liquorino che adoro!!
Il mirto!!!
Lo so che state pensando cosa c'entra il liquore di mirto con la Liguria, beh, se vi dico che la Liguria è piena di piante di mirto e che il cugino di mio marito è sardo adesso vi tornano di più le cose??
Nella famiglia di mio marito tutti fanno il mirto, i miei suoceri, i cugini, insomma è una tradizione di famiglia e mio marito non si è mai tirato indietro mettendo su delle produzioni notevoli e soprattutto, non fatemelo dire troppo ad alta voce, le migliori della famiglia!! Si si, il mirto che fa mio marito è il più buono, indubbiamente, quindi non potevo non lasciare qui la ricetta, è semplice da preparare e divertente perché la raccolta delle bacche richiede una bella passeggiata in mezzo alla natura!!
Le bacche sono pronte da raccogliere in questo periodo, tra Novembre e Gennaio, di solito torniamo dalla raccolta con due sacchi tipo IKEA pieni di bacche, e con una tale quantità ne facciamo un sacco di litri, per noi, per mio papà e per i nostri amici, i parenti dalla parte di Gianni già ci pensano da soli!!!






L' anno scorso ne abbiamo raccolte davvero un quintale e sapevamo che la produzione sarebbe bastata anche per quest' anno così mi sono decisa a fare le foto alle bacche, al liquore e soprattutto a mio marito che sgobbava, anche se insomma, non si è prestato con la naturalezza che avrei desiderato, sembrava un gatto selvatico, in modo da avere tutto pronto per il momento della maturazione delle bacche sulla pianta, ossia adesso!!
Quindi non ci sono più scuse, se siete in un luogo dove la vegetazione è da macchia mediterranea siete sicuramente circondati dal mirto, soprattutto sulle prime alture sul mare, quindi prendete dei bei sacconi e preparatevi ad assaporare un liquore che è mille volte più intenso e corposo di quello che comprate, quello famoso, ebbene si!!

Rimbocchiamoci le maniche e via, iniziamo a prepararlo!

Non vi lascio dosi adesso, sappiate che vi serve tanto alcool da ricoprire abbondantemente le bacche, a seconda di quante ne avete e del livello dei contenitori riempiti, comperate la dose di alcool etilico necessaria!

bacche di mirto
alcool etilico
acqua
zucchero

Pulite le bacche di mirto da foglioline e residui vegetali, allargatele bene su un telo e lasciatele asciugare bene per qualche giorno, in questo modo assorbiranno meglio l' alcool, noi le abbiamo lasciate una settimana buona , se avete lo spazio potete lasciarle anche un paio di settimane.
Passato questo tempo mettetele in uno o più recipienti o in vetro o in acciaio che si possano chiudere e meglio se con l' imboccatura un po' larga, ricopritele di alcool etilico fino ad una altezza che superi di un paio di dita il livello delle bacche, chiudete i recipienti e lasciatele macerare per 40 giorni. All' inizio le bacche galleggeranno, poi mano a mano che assorbiranno l' alcool tenderanno a scendere. Noi abbiamo usato come recipienti una damigiana a collo largo e due bottiglioni a collo più stretto, le bottiglie non sono comodissime poi per fare uscire le bacche ma se non avete posto in casa sono pratiche da riporre! Vedete voi come riuscite a gestirvi gli spazi, sappiate che comunque va usato come materiale o il vetro o l' acciaio e i contenitori vanno chiusi bene altrimenti l' alcool evaporerà!
Passati i 40 giorni è arrivato il momento di preparare il liquore vero e proprio!






Si inizia con lo strizzare le bacche raccogliendo in un recipiente l' estratto ricavato da questa operazione. Si può fare in due modi, o con il torchio, ma questa operazione prevede poi il filtraggio del liquore ricavato perché viene strizzato anche del residuo dalle bacche che poi viene a galla una volta che il liquore è stato imbottigliato e lasciato riposare, o semplicemente mettendo le bacche in una calza e strizzandola sul recipiente, così si perde un po' di prodotto perché non è facile strizzare bene le bacche a mano ma si evita poi la fase di filtraggio non riuscendo a strizzarle completamente. Ricordatevi di usare un paio di guanti di lattice, il mirto macchia tantissimo!!!






Se non avete il torchio e volete provare una piccola quantità vi consiglio caldamente di usare la calza, se invece come noi fate una produzione importante, noi abbiamo fatto 12 litri di liquore, comperatevi il torchio, ce ne sono di piccole dimensioni e non occupano molto spazio!
Una volta finita l' operazione di estrazione, pesate il vostro estratto e in base al peso poi dovrete preparare il vostro sciroppo di acqua e zucchero in proporzioni 1 : 1.
La gradazione alcolica che noi abbiamo scelto per il nostro mirto è il 34%, è quella che dopo diversi assaggi di altre gradazioni, ci ha convinti di più come gusto del prodotto finale, lo facciamo sempre così, quindi per fare un mirto al 34% di gradazione alcolica dovrete misurare il vostro estratto e fare questo calcolo per preparare la corretta quantità di sciroppo di acqua e zucchero:

Litri di sciroppo = Litri di estratto di mirto / 0,6666667

In teoria il numero per cui dividere il volume dell' estratto sarebbe 0,6 periodico e io che sono scienziata non voglio approssimarlo con meno di quelle cifre, è per essere più precisi nelle quantità!!

Per esempio se avete ottenuto un litro di estratto di mirto:

1 litro estratto / 0,6666667 = 1,5 litri di sciroppo

Attenzione a non fare confusione con le misure di volume e di peso, sono i litri di sciroppo che vi interessano, fate abbastanza sciroppo in modo da averne il giusto volume, al massimo poi ve ne avanza un po'!
Dato che lo sciroppo è in proporzione 1 : 1 vi converrà sciogliere scaldandoli 1,5 kg di zucchero in 1,5 litri di acqua, poi misuratene 1,5 litri e uniteli al litro di estratto una volta che si sono raffreddati.
Sinceramente usando una pentola non so dirvi di preciso quanto zucchero e acqua unire per ottenere un litro e mezzo precisi, fatene un pochino di più come vi ho detto sopra così non rischiate di doverlo rifare!
A questo punto avrete ottenuto due litri e mezzo di liquore delizioso che andrà imbottigliato, tappato bene e lasciato riposare ancora 30 - 40 giorni almeno prima di assaporarne appieno il sapore favoloso!!






Se avete usato il torchio, ricordatevi che il liquore andrà filtrato dopo 30 giorni, vedrete che sulla superficie si sarà formato una sospensione abbastanza spessa, sono i residui della spremitura profonda e si filtrano con delle cartine da filtraggio a maglia non troppo fitta o con delle garze finissime, se avete usato la calza, pazientate solo quel mese e poi servitelo ghiacciato!!






E' un liquore davvero stupefacente, dal sapore e profumo intensi e corposi, allo stesso stesso tempo è fresco e aromatico, io non sono troppo amante dei liquori, preferisco i distillati ma il mirto mi piace da matti, e ho in casa il mastro mirtaio migliore di tutti quelli che conosco!! Yuppi!!

Buona settimana a tutti, quante cose da fare mi aspettano, tutte sotto l' acqua . . .  che la forza sia con me!!

Silvia


domenica 13 novembre 2016

Filoni al Farro Integrale e al Grano Saraceno ai Semi Misti a Lievitazione Naturale






Ciao a tutti!!!
Passato bene il we??
Noi si, niente cucina ma tanti incontri, un we bello full di vita sociale e oggi pomeriggio, tornata a casa, avevo un tale sonno che mi sarei addormentata in piedi!! Non ho più l' età!! Ahahahah!!
Sabato, dopo un full immersion di pulizie domestiche, abbiamo incontrato una nostra ex collega, della quale sono diventata accanita fan, che si è licenziata a Febbraio e si è trasferita a lavorare in Toscana, è tornata a Genova questo we e siamo andati a prendere un the con lei nel pomeriggio, mi ha fatto così piacere vederla, sta davvero bene!!
Poi alla sera cena di compleanno del compagno di mia sorella, abbiamo fatto tardissimo, e oggi pranzo dai miei genitori, a cena poi ci siamo limitati ad un the caldo, abbiamo fatto rifornimenti di energia per una settimana!!!
Ma a proposito di we impegnativi, mi aspetta un bel tour de force e di conseguenza un po' di assenza dai fornelli, mi è pure capitato tra capo e collo il dover fare da presidente di seggio elettorale per il referendum del 4 Dicembre quindi anche quel we salta, e devo pure trovare il tempo di portare la macchina a fare la revisione, probabilmente Sabato prossimo mattina presto, così se ci fosse qualche magagna sono in tempo per rimediare prima della fine del mese!!
Ho un mare di cose in testa che voglio preparare e il we è il momento in cui posso farlo con calma  e dedicarmi bene alle foto e a tutto, vabbè dai, nel frattempo vedrò di finire le foto dell' Alpe di Devero e poi adesso è periodo adatto per raccogliere il mirto, mi sa che è l' occasione che aspettavo per regalarvi la ricetta del liquore che prepara mio marito, si dai!
Intanto sto scaldando i motori per il corso sulla panificazione con la farina di segale del prossimo we e per non perdere l' allenamento oggi vi offro un delizioso pane, davvero leggero, saporito e perfetto per ogni occasione, dal panino imbottito alla colazione con la confettura!!
Farina di grano saraceno e di farro integrale, una marea di croccanti e gustosi semini e una leggerezza da manuale!!
Il grano saraceno conferisce un sapore davvero interessante al pane, leggermente dolce e corposo, l' avevo provata ovviamente nelle galettes, ma anche in questi panini al latte e mi aveva davvero entusiasmata, poi l' ho provata nelle piadine e in questi muffins salati, sicuramente anche in qualche altra cosa dato che la seconda confezione da chilo è quasi esaurita ma al momento non ricordo, comunque mancava qui un pane classico ed eccolo!!






Dato che ho voluto impastare un quantitativo di pane maggiore del solito, per averne una scorta in più perché avevo il marito a casa infortunato nella fase peggiore e un paio di pranzi l' ho sistemato a panini, ho cotto due pani più piccoli, io vi dò i tempi di cottura per queste pezzature, se volete farne una unica dovrete aumentarli un po'.

Ma andiamo ad impastare assieme!!






Per due filoncini da circa mezzo chilo l' uno:


400 g di farina tipo 1
100 g di farina di farro integrale
100 g di farina di grano saraceno
10 g di sale
420 g di acqua
80 g di pasta madre al raddoppio dopo il rinfresco
3 cucchiai di semi di sesamo
3 cucchiai di semi di lino
2 cucchiai di semi di senape


In una ciotola mescolate tutti gli ingredienti secchi (sale, semi e farine setacciate) amalgamandoli bene, in un' altra ciotola, adatta a contenere tutto l'impasto, sciogliete bene la pasta madre solida nell' acqua, a questo punto unite gli ingredienti secchi a quelli liquidi e mescolate bene prima con un cucchiaio e poi con le mani fino a che l'impasto non starà insieme.
Lasciate riposare l'impasto coperto per 10 minuti e poi iniziate a lavorarlo tirando una parte di impasto e ripiegandolo al centro, ruotare un poco la ciotola e rifare la stessa operazione, fino a tornare al punto di partenza. Saranno circa 10 pieghe e si impiegano circa 10 secondi a farle.
Coprite e fate riposare 10 minuti. Ripetere questa operazione, pieghe e riposo, per altre 4 volte, mano a mano l'impasto inizierà a fare un po' di resistenza, dopo l'ultimo giro di pieghe io ho lasciato riposare l'impasto per mezz' ora,  poi ho fatto due giri di pieghe di rinforzo e ho messo la ciotola in frigo coperta da pellicola a maturare fino al giorno dopo.
Il giorno dopo togliere l' impasto dal frigo e lasciarlo al tiepido per qualche ora (io in forno appena tiepido e con la lucina accesa), dovrà diventare almeno il doppio,  poi ribaltate l' impasto sulla spianatoia, sgonfiatelo delicatamente e in modo omogeneo ed allargatelo fino a dargli la forma di un rettangolo, a questo punto dividete con un tarocco il rettangolo a metà e ricavate da ciascuna metà un filone, arrotolando il pane su se stesso nel senso del lato più lungo, dovrete formare proprio un rotolo e chiudere bene sia le estremità che il lembo di chiusura del pane. Lasciatelo lievitare ancora un' ora e mezza sempre in un luogo tiepido (di nuovo in forno con la lucina accesa e già sulla teglia per la cottura), dopo questo tempo provate a tastare la superficie del pane con un dito, se pigiando rimane la fossetta allora il pane deve lievitare ancora, se la fossetta si rigonfia non lasciando alcun segno, il pane è pronto per essere cotto!






A questo punto ho tolto il pane dal forno e ho acceso quest' ultimo a 250° con una teglia vuota sul fondo.
Una volta in temperatura, ho versato una tazza d' acqua nella teglia sul fondo, ho abbassato a 220° e ho infornato il pane, dopo 20 minuti ho abbassato la temperatura a 200° e  ho tolto la teglia dell' acqua, ho proseguito la cottura per altri 20 minuti e poi altri 5 minuti abbondanti a sportello del forno aperto con lo spiffero e abbassando la temperatura a 180°.
Una volta pronto, fate sempre la prova di bussare sul fondo, ho spento il forno e ho lasciato lo spiraglio aperto lasciando raffreddare così il pane.
La soddisfazione più grande è stata quando il marito assaggiandolo ha detto, brava amor, è proprio buono questo pane, e detto da uno che vivrebbe di pane bianco ha un peso ancora maggiore!!
Se volete conservarlo al meglio, chiudetelo in un sacchetto per alimenti ben sigillato e così manterrà la morbidezza per 4-5 giorni, se invece volete fare le scorte, potete congelarlo già a fette o a pezzi e lasciarlo scongelare a temperatura ambiente prima di  consumarlo, e se poi passate le fette qualche minuto sotto il grill riacquisterà la fragranza che aveva appena sfornato!!
Il bello della lievitazione naturale è anche questo, il pane si mantiene davvero benissimo per giorni, provare per credere!!!






E regalo questo pane delizioso alla raccolta 45 di Panissimo, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra e da Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata da Sandra di Sono io, Sandra.



 


Buona settimana a tutti!!

Silvia


lunedì 7 novembre 2016

Treccia Dolce con Farina di Castagne, Confettura di Fichi e Cioccolato a Lievitazione Naturale





Ciao a tutti!!
Eccomi tornata alla cucina e ai miei grandi amori!! I lievitati!!
Era un sacco che non preparavo un dolce con la mia fidata creatura e l' occasione è arrivata  grazie all' invito a partecipare ad un contest proprio sui lievitati, che figata!!
Un contest speciale, promosso da Pure Stagioni, azienda toscana che produce confetture davvero sopra le righe, per cui la sfida è di ideare un lievitato, dolce o salato, farcito o abbinato ad una o più confetture tra quelle che mi hanno inviato!!
Era dal we scorso che pensavo a cosa preparare,  poi la scelta è caduta sulla confettura di fichi, come farcitura di un sofficissimo pan brioche impastato con la farina di castagne,  ne ho una speciale che proviene dai boschi del levante ligure macinata da un mulino artigianale, è davvero meravigliosa, e variegato con cioccolato fondente amaro tritato!









Una scelta che in casa ha conquistato tutti, persino il marito che non stravede per le confetture e i dolci farciti con esse!!
Un sapore unico dato dalla farina di castagne che si sposa perfettamente con la dolcezza della confettura di fichi e rinforzato dalle note del cioccolato fondente amaro, un dolce che mi ha davvero soddisfatta, perfettamente nelle mie corde e sofficissimo, insomma, ne sono proprio contenta!!!

Andiamo a prepararlo insieme!!






80 g di pasta madre al raddoppio dopo il rinfresco
200 g di farina manitoba 00
50 g di farina di castagne
1 uovo (leggermente sbattuto)
40 g di zucchero di canna
110 g di latte, va bene sia intero che parzialmente scremato
50 g di burro
2 g di sale
1 cucchiaio di miele (io di acacia)
150 g di confettura di fichi
30 g di cioccolato fondente amaro tritato grossolanamente a coltello

Nella planetaria con il gancio a foglia sciogliete la pasta madre nel latte appena intiepidito assieme al miele, aggiungete le farine setacciate, aggiungete i 2/3 dell' uovo, il resto lo terrete per spennellare il dolce prima di cuocerlo, aggiungete lo zucchero e infine il sale. Lavorate l' impasto per una decina abbondante di minuti a velocità bassa, piano piano inizierà a stare unito e ad attaccarsi al gancio.
A questo punto aggiungete il burro, poco per volta, aspettate sempre che il pezzetto inserito si sia assorbito nell' impasto prima di aggiungerne altro.
Continuate a lavorare l' impasto per altri 10 minuti abbondanti, l' impasto adesso inizia a restare bene attaccato al gancio, fermate la macchina, togliete il gancio a foglia e mettete quello ad uncino, continuate a lavorare l' impasto a velocità più sostenuta per un' altra decina di minuti abbondanti, in questa fase girate un paio di volte l' impasto nella ciotola e fermatevi per un paio di minuti in modo che l' impasto si riposi, alla fine l' impasto dovrà presentarsi liscio ed elastico.
Una volta terminata la lavorazione, spostate il vostro impasto in una ciotola e fatelo riposare mezz'ora, fate un giro di pieghe a portafoglio, aspettate un' ora, fate un secondo giro di pieghe e mettete in frigo la ciotola coperta da pellicola fino al mattino successivo.
Il giorno dopo levate la ciotola dal frigo e mettetela in un luogo tiepido (27-28 gradi) fino a che il vostro impasto non è raddoppiato di volume, a me ci sono volute 6 ore.
Una volta raddoppiato, levate l' impasto dalla ciotola e stendetelo sgonfiandolo delicatamente su una spianatoia leggermente infarinata in modo da formare un rettangolo. Dividete il rettangolo in tre strisce di ugual dimensione, nel senso del lato più lungo, e spalmatele di abbondante confettura di fichi, cospargetele con il cioccolato sminuzzato e arrotolate ciascuna striscia su se stessa, sempre nel verso del lato più lungo, in modo da avere tre rotoli lunghi e stretti farciti di confettura ben sigillati sia alle estremità che sulla linea di chiusura del rotolo.
A questo punto andate a formare una treccia con i tre rotoli e chiudetela bene alle estremità, posizionatela in uno stampo da plumcake rivestito di carta forno bagnata e strizzata e coperto da pellicola, in modo che non si asciughi la superficie durante la seconda lievitazione.
Ponete lo stampo sempre in un luogo tiepido (27-28 gradi) fino al completo raddoppio del volume della vostra treccia, a me ci sono volute circa 5 ore.
Una volta raddoppiato, togliete il vostro dolce dal forno e accendete quest' ultimo a 180°,  togliete la pellicola dalla superficie dello stampo e spennellate con l' uovo che vi era avanzato durante la preparazione dell' impasto.
Infornate in forno giunto a temperatura per circa 30-35 minuti, io ho posizionato il dolce nel ripiano sotto quello centrale ma sia la posizione, sia il tempo di cottura dipendono dal forno, ognuno dovrebbe conoscere il proprio!
Una volta cotto, lasciatelo intiepidire, toglietelo dallo stampo e finitelo di far raffreddare su una gratella.









Con questa ricetta partecipo ala raccolta 45 di Panissimo, la raccolta di lievitati dolci e salati ideata da Sandra di Sono io, Sandra e da Barbara di Bread & Companatico, questo mese ospitata da Sandra di Sono io, Sandra con Pure Stagioni







Pure Stagioni su FB
#purestagioni su Instagram






Buon proseguimento di settimana a tutti,  a noi ci aspettano colazioni da sogno con questo pan brioche, quasi quasi domattina non vedo l' ora che suoni la sveglia . . . no vabbè, forse mi sono lasciata prendere un po' troppo dall' entusiasmo, odio la sveglia!!!!

A presto!!


Silvia

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